Fonte: Ok Salute
In Italia è stato sollevato un dibattito sull’uso dei medicinali per curare i bambini con disturbo da deficit attentivo con iperattività: ecco quali sono le regole dell’Aifa in vigore
Attorno all’Adhd, o disturbo da deficit attentivo con iperattività, si è sviluppato un ampio dibattito in Italia, dove sono nate due campagne contro l’uso dei farmaci autorizzati dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco): il metilfenidato (Ritalin) e l’atomoxetina (nome commerciale Strattera). Le due campagne, «Giù le mani dai bambini» e «Perché non accada», mettono in dubbio l’esistenza stessa del disturbo da deficit di attenzione con iperattività, secondo i detrattori basato su presupposti non scientifici.
Molti neuropsichiatri infantili ritengono che la cura farmacologica per l’Adhd sia efficace, specie quando viene combinata con una terapia psico-comportamentale. Ma altri specialisti, insieme con un drappello nutrito di genitori, si oppongono, nel timore che possa accadere da noi quello che è successo negli Stati Uniti. Lì il ricorso al farmaco per l’Adhd, un po’ per leggerezza un po’ per gli enormi interessi economici in gioco, ha assunto dimensioni da brivido: fino al 6% dei ragazzini in età scolare sottoposti a trattamento farmacologico.
Non ci sono studi a lungo termine che dimostrino il rischio di dipendenza, ma l’orientamento è quello di utilizzare i farmaci solo per brevi periodi, perché mancano dati sull’efficacia nel lungo termine. Fondamentale, comunque, abbinare la terapia psico-comportamentale.
L’Agenzia italiana del farmaco, quando ha autorizzato Strattera e Ritalin per la cura del disturbo da deficit attentivo con iperattività, ha posto un vincolo: devono rientrare nell’ambito di un programma monitorato dal Registro nazionale Adhd, che vincola la prescrizione dei farmaci alla predisposizione di un piano terapeutico semestrale da parte di uno dei centri regionali di riferimento (l’elenco qui) per garantire l’accuratezza diagnostica ed evitare l’uso improprio dei medicinali.
OK Salute e benessere