Di certo ci sono invece gli effetti collaterali di questo tipo di soluzione farmacologia, nella maggior parte dei casi clamorosamente trascurati:
- problemi cardiaci (palpitazioni, tachicardia, aritmia cardiaca, dolori al torace, arresti cardiaci);
- manie, psicosi e allucinazioni, agitazione e ansietà, irritabilità e aggressività, depressione emotiva e crisi di pianto, riduzione dei tempi di reazione, stati confusionali, allentamenti di attenzione e apprendimento, perdita di spontaneità, comportamenti robotici, ossessioni tic e convulsioni, disfunzioni nervose varie;
- problemi gastrointestinali (anoressia, nausea e vomito, secchezza di fauci, costipazione e diarrea, dolori a stomaco e tubo digerente);
- effetti sul sistema endocrino (disfunzioni della ghiandola pituitaria, dell’ormone della crescita, ritardi e disfunzioni nella crescita e nello sviluppo e funzionamento sessuale);
- congiuntiviti, ipersensibilità degli organi sensoriali, allucinazioni, mal di testa;
- disturbi al comportamento (insonnia, crolli e colassi, per attività e irritabilità, in certi casi accentuazione dei sintomi stessi dell’ADHD) Inoltre si sono osservate in misura statisticamente non trascurabile le seguenti variazioni nel comportamento dei bambini sottoposti a terapia con questi psicofarmaci;
- persistenza compulsiva, ossessiva e ripetitiva spesso in azioni senza senso, rigidità mentale perdita di elasticità nei ragionamenti, fissità nelle idee, incapacità a focalizzare correttamente;
- tendenza a comportamenti solitari e isolati socialmente, riduzione della capacità di comunicare e socializzare, tendenza a deresponsabilizzarsi in favore di altri soggetti (è sempre “colpa altrui”), incapacità a giocare in gruppo;
- comportamenti socialmente inibiti, passivi e sottomessi, atteggiamenti letargici, apatici, stanchezza e pigrezza;
- incapacità a dimostrare ed esprimere emozioni, inclusi sorrisi o dimostrazioni di depressione, aspetto triste, frequenti crisi di pianto;
- perdita d’iniziativa nelle azioni e relazioni, perdita di spontaneità, perdita di curiosità e di capacità di stupirsi e provare piacere.
Negli articoli successivi, la risposta ad alcune domande, tratte dalla pubblicazione scientifica “ADHD, la sindrome da deficit di attenzione con iperattività: gli interrogativi non risolti”, di William B. Carey, Professore di Clinica Pediatrica all’Università della Pennsylvania, esperto di variazioni del comportamento infantile.
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