La scienza è la codificazione sul piano teorico delle scoperte ottenute tramite l’utilizzo del metodo scientifico; tale metodo prevede i seguenti passaggi: osservazione, ipotesi, predizione, sperimentazione, validazione o invalidazione dell’ipotesi, tesi. Propri della metodologia scientifica sono inoltre la prudenza, il dubbio e la considerazione che ogni scoperta è comunque relativa e sarà presto o tardi superata da nuove conoscenze: da ciò deriva un atteggiamento di modestia e di relatività nel rapportarsi alla conoscenza acquisita. Dall’approccio scientifico sono quindi sempre, esclusi la soggettività, il giudizio o l’opinione personale.
Vi sono invece, indubbiamente, verità che ogni individuo ha assunto come proprie e nelle quali crede, per propria scelta o fede: tali orientamenti ricadono nell’ambito politico, filosofico, religioso o quant’altro e nulla hanno a che vedere con la scienza.
Il percorso e la metodologia scientifica ci hanno permesso di acquisire conoscenze e di derivarne applicazioni di cui ognuno di noi beneficia. Tali conoscenze scientifiche si sono spinte in un numero così vasto di direzioni che nessuno può permettersi di averne in toto una dettagliata cognizione generale: il grado di conoscenza di ogni singola materia è arrivato a limiti ove la specializzazione è assolutamente necessaria al fine di approfondire lo studio e la ricerca. Ciò ha di fatto mantenuto il divario di conoscenza tra scienziato e cittadino comune, non solo: ha in molti casi condotto ad un parziale isolamento degli scienziati all’interno dei loro rispettivi campi di applicazione e studio.
Troppo frequentemente abbiamo assistito ad annunci entusiastici, fatti anche da autorevoli scienziati, in relazione a scoperte scientifiche, affermate come tali e che erano in realtà semplici ipotesi, per nulla comprovate dalla sperimentazione. Gli enormi interessi economici, oltre alla fama di celebrità e ad eventuali interessi personali, che spesso ruotano attorno al campo scientifico, hanno certamente contribuito, in quei casi, alla distorsione della verità e delle prove.
Siamo giunti al punto in cui, nel corso del 2000, tre delle più autorevoli riviste scientifiche internazionali, “Science”, “Lancet” e “Nature”, hanno pubblicato un fondo di redazione, nei quali informavano che apporranno una nota, laddove necessita, e specialmente nel caso articoli che di fatto esaltano l’efficacia di prodotti farmaceutici in commercio, precisando che in relazione al tale articolo la rivista “non è in grado di assumersi la piena responsabilità della veridicità dei dati contenuti e che questa è a carico degli autori” (1).
In questa situazione alcuni ricercatori possono trovarsi nella condizione di fornire risposte o di fare affermazioni che gli interlocutori non sono in grado di contestare e che spesso vengono accettate come verità assolute. I meccanismi di controllo e il dibattito scientifico restano poi frequentemente confinati all’interno dello stesso mondo accademico dello specifico settore: in pratica un gruppo giudica se stesso ed i propri membri.