Fonte: Bambinizerotre
Ancora buone notizie circa l’utilità dell’allattamento al seno. Il latte di mamma risulta essere una sorta di assicurazione contro i più disparati disturbi, stando ai numerosi studi che ne hanno attestato l’efficacia nel proteggere la salute di mamma e bambino. E oggi, una nuova ricerca suggerisce che l’allattamento al seno possa addirittura ridurre in modo significativo il rischio che, una volta cresciuto, il bambino sviluppi l’ADHD, ossia la sindrome da iperattività e deficit dell’attenzione. E’ un disturbo sempre più diffuso e che purtroppo in molti casi è trattato con l’uso di psicofarmaci.
L’allattamento materno sembra proteggere i bambini dai disturbi più disparati: rafforza il sistema immunitario riducendo il rischio che sviluppi asma e allergie, concilia il sonno, consolida sin dalle prime ore dopo il parto il rapporto tra madre e bambino. Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori isrealiani dell’Università di Tel Aviv, su tre gruppi di bambini: un primo gruppo di bambini affetti da ADHD, un secondo gruppo costituito dai fratelli di questi e un terzo gruppo di bambini che non presentavano il disturbo.
Dalle analisi condotte è emerso che i bambini che non erano stati allattati al seno a tre mesi di età correvano un rischio tre volte superiore di sviluppare il disturbo rispetto ai bambini che avevano ricevuto il latte materno.
Il dottor Aviva Mimouni-Bloch della TAU e capo del Child Neurodevelopmental Center presso il Loewenstein Hospital, insieme ai colleghi ha compiuto un passo indietro al fine di valutare le abitudini di allattamento dei genitori di questi bambini.
L’analisi dei dati raccolti ha poi permesso ai ricercatori di scoprire un chiaro legame tra i tassi di allattamento al seno e il rischio di sviluppare l’ADHD. Il rischio restava significativo anche quando sono stati presi in considerazione i fattori di rischio tipici.
Nello specifico, i risultati hanno rivelato che i bambini allattati artificialmente a tre mesi di età sono risultati avere tre volte più probabilità di essere affetti dall’ADHD rispetto a coloro che sono stati allattati al seno durante lo stesso periodo.