Fonte: Gonews
Come hanno scritto in migliaia di post di cordoglio sui Social questo fine settimana, con Giorgio Antonucci, è scomparsa una persona che ha dedicato tutta la vita a chi non ha voce: le persone sofferenti per disturbi mentali e problemi psichiatrici. Antonucci lavorò a fianco del Dott. Franco Basaglia negli anni sessanta, e poi in manicomio a Reggio Emilia.
A Imola giunse nel 1973, e da subito gli vennero assegnati alcuni reparti femminili dell’ospedale, con la maggior parte delle ricoverate legate ai letti, in condizioni igienico sanitarie sconcertanti. Fu lui a decidere di liberare quelle donne, assumendosi la responsabilità di una scelta per l’epoca “non convenzionale”, e dando così il via al superamento del modello manicomiale a Imola. Con l’appoggio del Prof. Cotti, Direttore dell’Ospedale, iniziarono anche ad abbattere fisicamente i muri che chiudevano, come in un ghetto, i cortili dei reparti, ridando la libertà a quelle donne da molto tempo tenute segregate, epermettendogli di riapprezzare, dopo anni, a volte decenni, il piacere di una vita per quanto possibile normale, passeggiando nei parchi in città e tornando a visitare le famiglie. Giorgio Antonucci era Presidente onorario del Comitato scientifico di GiùleManidaiBambini, il più attivo comitato per la farmacovigilanza pediatrica in Europa (www.giulemanidaibambini.org), e aveva condiviso con gli altri specialisti, con i giornalisti coinvolti, e con i cittadini volontari, la battaglia contro l’abuso nella somministrazione di psicofarmaci a bambini e adolescenti, condannando sempre, senza alcuna mediazione, l’uso improprio di “camice di forza chimiche” che – lungi dal “curare” – cronicizzano il disagio senza aiutare minimamente a identificarne i motivi profondi alla radice dello stesso. “Giorgio Antonucci – ha dichiarato Luca Poma, giornalista dell’Unione Nazionale Medico-scientifica di informazione e Portavoce nazionale di Giù le Mani dai Bambini – era una davvero una persona speciale, perchè non solo aveva idee estremamente chiare circa la contenzione psichiatrica, sia quella effettuata materialmente con camice di forza e corde, sia quella “chimica”, effettuata con psicofarmaci, ma era anche di un’integrità assoluta: non ha mai avuto paura di manifestare queste sue convinzioni ‘senza compromessi’, qualunque fosse l’interlocutore e in qualunque sede si trovasse. Abbiamo fatto nostre molte Sue idee, e per questo, semplicemente, Giorgio non morirà mai”. Il ricordo di Giuliani “Si è spento il professor Giorgio Antonucci, psicanalista di grande fama, collaboratore di Franco Basaglia e che ha lavorato per lungo tempo anche a Firenze, presso San Salvi”. Così la presidente della Commissione cultura e sport del Comune di Firenze Maria Federica Giuliani esprime il cordoglio per la scomparsa dello psicanalista. “Il professor Antonucci è stato un punto di riferimento della cosiddetta antipsichiatria: sostenitore fervente di un approccio umano ai problemi della psiche, contestava psicofarmaci, trattamenti sanitari obbligatori e ogni forma di coercizione nell’approccio coi pazienti. In tanti lo conoscevano – aggiunge la presidente Giuliani – e tutti hanno potuto apprezzare le sue straordinarie doti umane ed il suo essersi messo sempre al servizio degli altri. Esprimo le mie più sentite condoglianze. Al suo impegno professionale è stato dedicato anche un docu-film del regista fiorentino Alberto Cavallini con il quale l’amministrazione comunale lo ricorderà il prossimo 12 dicembre quando verrà proiettata l’opera che racconta la sua vita e la sua attività professionale alla biblioteca delle Oblate”.