Fonte: Gaianews.it
Si è tenuto a Milano il quarto congresso mondiale sull’ADHD, la iperattività infantile. L’evento, organizzato dall’ADHD World Federation, un’associazione privata, è finanziato da importanti case farmaceutiche.
Sarebbero il 5% dei bambini a soffrire di iperattività nel mondo, in Germania le nuovo diagnosi sono 750.000.
Ma come si diagnostica la iperattività? E da considerarsi una malattia? E soprattutto, va curata con gli psicofarmaci?
Sono queste domande e il fatto che il grande congresso sia finanziato da multinazionali a mettere in guardia l’associazione onlus Giù le Mani dai Bambini, che attacca tramite il suo portavoce e giornalista Luca Poma: “Avevamo lanciato l’allarme pochi mesi fa, documentando come Shire si stesse preparando allo sbarco in Italia e apparisse come la più ‘iperattiva’ tra le aziende farmaceutiche impegnate in attività di pre-marketing sulle nuove molecole psicoattive che vuole commercializzare sui bambini, e dopo appena quattro mesi da quella denuncia ecco organizzato in Italia un imponente congresso dai contorni assai preoccupanti. In Germania si è assistito a un vero e proprio boom di diagnosi per l’ADHD, con 750.000 bambini agitati o distratti etichettati come malati, ma è l’Italia – che è il 5° mercato farmaceutico al mondo – la nuova frontiera del business sulla pelle dei più piccoli: se osserviamo con attenzione il board di questa Federazione Mondiale dell’ADHD, che è un associazione privata e curiosamente sul proprio sito web non pubblica il proprio bilancio, non possiamo che constatare con estrema preoccupazione la predominanza di medici coinvolti finanziariamente a vario titolo con i produttori di psicofarmaci. E’ il classico sistema da sempre utilizzato per affermare il paradigma delle variazioni di temperamento come ‘malattia’, da curare ovviamente con neurofarmaci, – conclude Poma – nella cornice di un business globale da oltre 20 miliardi di dollari all’anno”.
Poma non è l’unica voce ha sollevare dubbi etici sull’evento: la Prof. Emilia Costa, medico psichiatra già 1^ Cattedra di Psichiatria dell’Università di Roma “La Sapienza” e primario di Psichiatria al Policlinico Umberto I° di Roma ha infatti dichiarato: “Ci tengo ad evidenziare – come conferma la storia personale mia e di molti colleghi – come sia incredibilmente complicato e spesso impossibile ottenere fondi per la ricerca scientifica, a meno di legarsi a doppio filo con alcune potenti case farmaceutiche, in grado – come dimostra il caso della l’ADHD World Federation – di organizzare senza alcuna difficoltà un imponente evento di più giornate in un lussuoso centro congressi con moltissimi relatori – conclude Costa – invitati da chi ha tutto l’interesse ad espandere questo business miliardario a spese dei più piccoli”.
Claudio Ajmone, psicoterapeuta, tra i massimi esperti italiani di ADHD, ha dichiarato invece: “I documenti di presentazione della ADHD World Federation parlano dell’iperattività infantile come di ‘una malattia altamente ereditaria della quale soffrirebbe il 5% dei minori nel mondo’, il che equivale a decine di milioni di bambini e adolescenti potenziali destinatari di terapie a base di anfetamine e altre molecole psicoattive: quest’affermazione è insostenibile dal punto di vista scientifico, e asservita ad interessi commerciali di parte. Molti bambini sono agitati o distratti, questo può essere un comportamento che dà disagio e che va certamente considerato con la massima attenzione, ma ho seri dubbi che la risposta di noi adulti possa essere la ricetta di uno psicofarmaco come soluzione a tutti i problemi, stante il fatto che questi prodotti non curano nulla e si limitano – a caro prezzo – a sedare i sintomi. Stupisce inoltre come anche medici e istituzioni sanitarie italiane diano credito a eventi come questo in programma a Milano, che altro non sono se non una ‘vetrina’ utile per espandere surrettizziamente – conclude Ajmone – il consumo di psicofarmaci tra minori nel nostro paese”.
Per questo l’associazione ha lanciato un appello al Ministro Lorenzin affinchè avvii una compagna informativa sulle cautele necessarie alla somministrazione di psicofarmaci ai bambini.