Questi psicofarmaci (per esempio il metilfenidato, una potente sostanza stupefacente), sono sul mercato americano da quasi mezzo secolo, per molti rappresentano uno stile di vita ed hanno ancora i loro estimatori.
Scrive Tom Wolfe nel suo articolo “Il cervello senz’anima”:
“Eppure, da un capo all’altro dell’America si assiste allo spettacolo di un’intera generazione di ragazzini cui viene propinato il rimedio elettivo per il deficit dell’attenzione: il Ritalin, nome commerciale – depositato dalla Ciba-Geneva – dello stimolante metilfenidato. Io ho conosciuto il Ritalin per la prima volta nel 1966 a San Francisco, dove svolgevo ricerche in preparazione di un libro sul movimento psichedelico o hippie. A volte li vedevi completamente immersi in un delirio totale da Ritalin. Non un gesto, non un’occhiata: potevano essere assorti in qualsiasi cosa – un tombino, le rughe del palmo delle proprie mani – per un tempo indefinito, saltando un pasto via l’altro, fino all’insonnia più totale… puro nirvana da metilfenidato. Fra il 1990 e il 1995 le vendite di Ritalin della Ciba-Geneva sono aumentate del 600 %, perché un’intera generazione di ragazzini americani – dai migliori college del Nordest alle scuole pubbliche più sfigate di Los Angeles e San Diego – era ormai assuefatta al metifenidato, che le veniva diligentemente somministrato ogni giorno dal pusher di fiducia: il medico scolastico.”
Tra gli adolescenti americani il metilfenidato è assunto a scopo “ricreativo”: è ormai la droga più usata, e la DEA ritiene che molti decessi siano causati dal suo abuso. Nel 1995, in Texas, i ragazzi che ricorsero a cure di pronto soccorso per abuso di Ritalin furono pari a quanti lo fecero per cocaina, e ci furono 200 furti di massicce quantità di metilfenidato, prevalentemente nelle farmacie. Nel rapporto del 20 ottobre del 1995 la DEA dichiara che il numero di casi approdati in pronto soccorso sono in aumento di anno in anno, e che i casi di abuso di metilfenidato accertati sono immensamente superiori ai casi di abuso di ogni altro stimolante della medesima tabella farmaceutica.
Newsweek, nel 1995, scrive che è la droga preferita nei campus, facile da reperire e a basso costo, che gli studenti non la considerano pericolosa.
Ma per quali altri motivo questo tipo di droghe legalizzate hanno avuto una così rapida diffusione di massa?
Nel 1991, una direttiva dell’ U.S. Department of Education ai sovrintendenti delle scuole statali impartiva le linee guida per percorsi educativi differenziati per scolari con ADHD. Le scuole ricevono quindi ogni anno centinaia di dollari per ogni studente diagnosticato con ADHD, e da quanto sono in vigore queste tipologie di “rimborsi” le diagnosi si incrementano del 21% all’anno.
A Chicago questo psicofarmaco viene miscelato con eroina e cocaina. A Detroit e Minneapolis/St. Paul viene polverizzato e inalato. La richiesta è talmente alta che non sempre è reperibile per gli usi legali. L’affinità con la cocaina è molto sostenuta dagli studiosi, ma anche con le anfetamine. I consumatori di etilfenidato dichiarano di sentirsi “focused” in modo simile quando assumono cocaina, e il passaggio a quest’ultima droga avviene a dosaggi superiori rispetto a chi inizia senza aver assunto il farmaco.
In verità poco si sa sui meccanismi impliciti e sugli effetti a lungo termine su bambini, perché vi è un solo studio longitudinale che superi i due anni. Tutto quello che si può dire ora è che il metilfenidato funziona sugli adulti come le droghe ad esso simili. Il Comitato Olimpico Internazionale vieta l’uso di metilfenidato agli atleti, in quanto aumenta artificiosamente le loro prestazioni. Errata è l’idea che questa droga sia immune da abuso, persino i bambini delle elementari cercano e trovano dosi in aggiunta a quelle prescritte.
L’International Journal of Addictions elenca più di 100 reazioni avversive causate da questo farmaco. Il dramma di molti genitori è che gli insegnanti minacciano di mettere i loro figli in classi speciali o di optare per l’insegnamento a domicilio se non prendono il farmaco. Stanno aumentando i casi in cui i giudici sottopongono i bambini a Trattamento Sanitario Obbligatorio, forzando ed obbligando i bambini all’assunzione del farmaco anche in caso di opposizione dei genitori.
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