MALATTIE PSICHIATRICHE: SQUILIBRIO CHIMICO O SPACCIO DI MALATTIE?

giù le mani dai bambini news

Esistono le malattie psichiatriche e lo squilibrio e il disordine chimico?

Dott. Fred Baughman

Neurologo, Neurologo Infantile. Membro dell’Accademia Americana di Neurologia. Autore del libro La frode dell’ADHD:come la psichiatria trasforma bambini normali in ‘pazienti’.

Nel 1948 l’Associazione Psichiatrica Americana ha formalizzato la divisione tra la neurologia e la psichiatria, assegnando alla neurologia l’ambito di diagnosi e trattamento delle malattie e delle anomalie organiche chimiche (palesi e microscopiche) del cervello e del sistema nervoso; di conseguenza la psichiatria si limitava alla classificazione e al trattamento delle situazioni di carattere emotivo e comportamentale, che non sono malattie.

I medici studiano medicina per apprendere il normale funzionamento dell’organismo (l’anatomia, la fisiologia e la chimica), il malfunzionamento dell’organismo (la patologia) e a distinguere ciò che è normale da ciò che è anomalo.

Se non viene riscontrata alcuna anomalia la diagnosi è “nessuna prova di malattia” oppure “nessuna malattia organica”.

Se si scopre che il paziente evidenzia una malattia o anomalia ci chiediamo quale essa sia.

Quando entrano nell’ambito della psichiatria, gli psichiatri lasciano per sempre la pratica della medicina, che si occupa delle malattie e anomalie fisiche.

Dopo aver espresso una diagnosi, prima di iniziare il trattamento, tutti i medici hanno il dovere di ottenere il consenso informato, nel quale vengono spiegati e valutati i rischi e i benefici del trattamento e in base ad essi il consenso viene accordato o negato. Non si dovrebbe mai iniziare un trattamento senza consenso informato.

Negli anni ’40 e ’50 né la psichiatria né gli psicofarmaci erano ancora entrati nelle scuole e i problemi  comportamentali ed emotivi venivano gestiti dai genitori e dagli insegnanti.

Negli anni ’50 e ’60 ai barbiturici vengono aggiunti la torazina, il meprobamato e il Ritalin. Inizia l’era degli psicofarmaci.

Nel 1970 durante un Congresso vengono stanziati milioni di dollari per la diagnosi e il trattamento della Disfunzione Cerebrale Minima e del Disturbo Ipercinetico, delle quali si diceva fossero malattie del cervello non validate da alcuna prova. Si stimava che  in America 200.000 persone soffrissero di queste malattie.

Nel 1980 il DSM III (Manuale Diagnostico e Statistico delle Malattie Mentali) cambiò il loro nome in Disturbo da Deficit di Attenzione (ADD).

Nel 1986 Nashrallah et al.  scoprirono che nei soggetti di giovane età iperattivi sottoposti a trattamento le scansioni del cervello CT  mostravano atrofia e restringimento del cervello. Da onesti professionisti si chiesero se essi fossero dovuti all’iperattività o ai farmaci assunti.

Nel 1987 il Manuale Diagnostico e Statistico delle Malattie Mentali modificò nuovamente il nome del disturbo in ADHD – Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività. Benché fosse non fosse validata da alcuna prova che si trattasse di una anomalia, cioè di una malattia, l’epidemia aveva raggiunto i 500.000 casi! Nel 1990 dcddxdvfedwcfcds22q diventarono un milione.

Nel 1994 il DSM IV stabilì che la diagnosi si basava su tre categorie, tutte soggettive. Se il soggetto mostrava almeno 6 dei 9 comportamenti indicati come sintomi, egli era considerato malato.

Durante il Convegno sul Consenso per l’ADHD (Consensus Conference) promosso dall’Istituo Nazionale della Salute, Swanson e Castellanos presentarono 13 casi di studio condotti attraverso esami di risonanza magnetica del cervello; essi evidenziavano una media del 10% di atrofia. Questo dato fu considerato la prova che l’ADHD fosse una vera malattia. Chiesi la parola e domandai al Dottor Swanson perché non avesse detto che i 13 casi che stava citando erano tutti di pazienti che erano stati sottoposti a trattamento di l unga durata con stimolanti.  Questa era l’unica variabile di carattere fisico e l’unica causa probabile dell’atrofia del cervello. Il Convegno potè concludere soltanto che non sussistono prove che l’ADHD sia una malattia e nessun esame che sia in grado di diagnosticarlo.

Tuttavia nessuno si preoccupò di rendere pubblico che non esisteva nessuna malattia, nessuna epidemia! Si continuò a prescrivere il Ritalin, l’Adderall e le anfetamine e nel 1998 l’epidemia raggiunse i 4 milioni di casi.

Tra il 1990 e il 2000 la Food and Drug Administration [Commissione preposta alla tutela del cittadino rispetto al consumo di determinati cibi e farmaci] registrò 186 casi di morte dovuta ad assunzione di Ritalin (metilfenidato); questo dato veniva stimato come variabile tra l’uno e il dieci per cento del totale, lasciando supporre che in quel decennio potrebbero essersi verificate fino a 18.600 casi di morte.

Nel 2002  F.X. Castellanos nella rivista dell’Associazione dei Medici Americana portò a riferimento una serie di pazienti sottoposti a trattamento e non sottoposti a trattamento, e senza preoccuparsi di condurre controlli incrociati, affermò nuovamente in modo fraudolento che l’atrofia del cervello osservata attraverso gli esami di risonanza magnetica fosse dovuta all’ADHD piuttosto che alle anfetamine, che invece erano la vera causa.

Nel 2003 Leo e Cohen presentarono 14 casi di studio condotti attraverso esami di risonanza magnetica e giunsero a due conclusioni:

1)      non ci sono prove che l’ADHD esista;

2)     esistono prove, confermate 14 volte, che l’esposizione alle anfetamine causa il restringimento del cervello.

Nel 2005 l’osservatorio della Food and Drug Administration registrò casi di morte per arresto cardiaco improvviso (SCD) nei bambini, inducendo Health Canada (organismo che svolge lo stesso ruolo della FDA americana) a bandire l’Adderall. Nel 2006, tuttavia, incalzato dalle pressioni esercitate dai funzionari della FDA americana, Health Canada prese la funesta decisione di  reintrodurre nel mercato l’Adderall, un miscuglio di sali anfetaminici.

Il 28 maggio 2008 la Charleston Gazette riportò la misteriosa morte nel sonno di 4 soldati di Charleston, nella Virginia occidentale. Ciascuno soffriva del Disturbo da Stress Post Traumatico, e ciascuno assumeva Seroquel, Paxil e Klonopin. Come per le morti per arresto cardiaco improvviso, nessuna di queste morti fu preceduta da segni anticipatori, soprattutto in casi come questi di giovani ventenni.

Nel settembre 2010 Stan White, Diane Vandeburgt e il sottoscritto hanno avuto notizia (attraverso indagini su Google) di 160 soldati ‘trovati morti nel proprio letto’, probabilmente a causa di arresto cardiaco improvviso.

Nessuna delle istituzioni del nostro paese, né le Camere, né il Senato né le Forze Armate hanno risposto ai nostri quesiti, ma vanno avanti con la loro politica mortale di miscugli di farmaci psicotropi che, definendoli antipsicotici e antidepressivi, e definendo ‘suicidi’ gli arresti cardiaci improvvisi.

Il 10 novembre 2008 Supriya Sharma, Direttore Generale di Health Canada scrisse: “Per i disturbi psichici e mentali in generale, compresa la depressione, l’ansia, la schizofrenia e l’ADHD non sussistono conferme di anomalie chimiche, palesi o microscopiche,  per validare una diagnosi fisica oggettiva”. Il 12 marzo 2009 Donald Dubb della FDA confessò di essersi consultato con la nuova Sezione di Controllo della FDA e riconobbe che questa si allineava alle posizioni espresse da Health Canada. In altre parole, non esistono malattie di carattere psichiatrico.

Negli anni ’70 Big Pharma e la psichiatria si concentrarono sui bambini della scuola elementare; successivamente affermarono che l’ADHD persiste negli anni della scuola media e superiore, poi che colpisce i bambini in età prescolare, sia maschi che femmine, e infine che colpisce anche gli adulti.  Poi fu la volta del Disturbo Bipolare Infantile, della Depressione Maggiore (MDD), del Disturbo d’Ansia Generalizzato (GAD), del Disturbo Affettivo Stagionale (SAD), del Disturbo Oppositivo Provocatorio (ODD) e del Disturbo della Condotta (CT). Ora, con il Disturbo da Stress Post Traumatico (PTSD) sicuramente avvelenano e uccidono giovani soldati. Tuttavia in nessun caso si tratta di una malattia, in nessun caso! Almeno fino a quando non subentra l’intossicazione e l’avvelenamento  farmacologico.

Nel 2008-2009 dal 50 al 75% dei bambini in affidamento veniva ‘trattato’ con psicofarmaci, come se la loro triste condizione di vita fosse una malattia.

Il 70% degli antipsicotici vengono acquistati dal governo per i destinatari dei programmi Medicaid e Madicare [programmi federali sanitari degli Stati Uniti d’America che provvedono a fornire aiuti agli individui e alle famiglie con basso reddito salariale]  e vengono imposti, senza consenso informato, ai deboli, ai poveri e agli anziani.

Gli antipsicotici hanno numerose controindicazioni e non sono adatti agli esseri umani, se non in casi eccezionali di persone che costituiscono una minaccia per se stessi e per gli altri, e comunque solo fintanto che lo sono.

Nel 2009 Ray et al. osservarono che gli antipsicotici raddoppiano il tasso di arresto cardiaco improvviso; nello stesso anno Gould et al. osservarono che gli stimolanti come Ritalin e Adderall aumentano di sette volte il tasso di arresto cardiaco improvviso e Whang et al. osservarono che gli antidepressivi SSRI e triciclici TCA aumentano di quattro-cinque  volte il tasso di arresto cardiaco improvviso. Considerando questi dati e il tasso di morte da arresto cardiaco improvviso evidenziato dai militari americani, di quanto potrebbe salire la percentuale di morti per arresto cardiaco improvviso?

All’inizio di quest’anno, parlando del DSM V, la cui uscita è prevista per il 2013, lo psichiatra Michael First dichiarò: “qualunque cosa inseriate in quel libro, qualunque sottile cambiamento, avrà enormi implicazioni, non solo per la psichiatria, ma anche per il mercato farmaceutico, per la ricerca, per il sistema giuridico, per chi sarà considerato normale o meno, per coloro che sono considerati disabili…quanto maggiore è il numero di Disturbi che inserirete, tanto più gli individui riceveranno etichette”.

Avete sentito, questi signori con verifiche svolte con carta e penna decidono chi è normale e chi non lo è; quell’informazione passa alla nostra scuola, al nostro datore di lavoro, alla nostra banca, alla nostra compagnia di assicurazione, alle forze dell’ordine e al governo. Mentre un giorno voi potrete smettere di assumere uno o tutti i loro farmaci, che sono veleni veri e propri poiché non esistono malattie, le ‘etichette’ che vi avranno affibbiato non verranno mai cancellate e potranno sempre essere opportunamente utilizzate da chiunque vorrà neutralizzarvi o controllarvi.

Le emozioni sono il nostro barometro interno. Quando diciamo una bugia, evitando di fare i compiti o un lavoro che ci è stato assegnato, le nostre emozioni ce lo diranno. Noi le droghiamo eliminandole dalla nostra coscienza a rischio e pericolo nostro e della famiglia o comunità di cui facciamo parte e con la quale interagiamo.

È responsabilità dei genitori conoscere giorno per giorno come si sente il proprio figlio e perché, e rispondere ai suoi bisogni.  È responsabilità dei genitori proteggere il proprio figlio, fisicamente e mentalmente, preservandolo dai farmaci e dalle degradanti etichette psicologiche e psichiatriche. Ogni etichetta e ogni farmaco dice loro e al mondo a cui appartengono ‘Io sono pazzo’.

È responsabilità dell’ insegnante sapere come si sente un bambino in classe, sapere perché, e rispondere premurosamente ai suoi bisogni, senza ignorarlo. Non esistono malattie, non esistono trattamenti farmacologici per far fronte a come essi si sentono, come lottano, come sono frustrati o addolorati…

È responsabilità dell’ insegnante controllare ciascun bambino, ciascuna classe e renderli istruiti, istruibili e istruirli. Permettere che bambini normali restino analfabeti è uno dei maggiori crimini di cui l’umanità possa macchiarsi, dato che ciascuno di noi possiede questa capacità.

Se un bambino ha camminato e parlato a tempo debito e dispone di un vocabolario adeguato per la sua età e per la classe che frequenta, non ha alcuna malattia mentale che lo rende incapace di apprendere e raggiungere l’autocontrollo, né l’ADHD, né il Disturbo della condotta, né il Disturbo Oppositivo Provocatorio, né la Dislessia. Non ha niente.

Nel tentativo di imporre etichette e farmaci per la ‘malattia mentale’ su individui normali di tutte le età, inclusi gli anziani, la psichiatria ci tradisce tutti e non rappresenta più un sostegno per il paziente. Essa sostiene invece l’industria farmaceutica e il governo e ha generato la più colossale frode sulla salute che la storia conosca.

Negli Stati Uniti la psicologia si è tragicamente allineata facendo diagnosi di ‘squilibrio chimico’ e ha liberato gli psichiatri dall’onere di dedicare tutta la loro attenzione alla prescrizione e conduzione dei ‘controlli farmacologici’ su terapie di mantenimento su tutti i pazienti (definiti ‘patients in perpetuity’).

Quando entrano nel campo della psichiatria gli psichiatri lasciano quello della medicina, cioè la diagnosi e il trattamento delle anomalie e delle malattie fisiche.  Ecco perché non c’è ragione che essi studino medicina. Essi imparano gli elementi della scienza medica e non fanno altro che usarli per dichiarare ‘squilibri chimici’e ‘malattie’.

Gli psicologi dovrebbero tornare a impegnarsi nella comprensione delle sofferenze umane, dell’angoscia, del dolore, nessuna delle quali è una malattia. Solo allora disporranno di strumenti adeguati per aiutare veramente i loro pazienti a imparare, ad adattarsi e a vincere nel gioco della vita.

Do il mio benvenuto e saluto tutti quegli operatori in ambito psichiatrico e psicologico che cercano di restituire alla propria professione le sue radici oneste e umane. Do  anche il benvenuto e incoraggio gli operatori della scuola, che si interrogano e vogliono sapere la verità. Non è facile resistere ai dogmi imposti dall’alto, ma per il bene dei bambini e di tutto il genere umano è di fondamentale importanza che noi ci interroghiamo e che insistiamo sulla verità e sulla responsabilità. Questo, naturalmente, non prevede l’uso di droghe.

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