Fonte: IMGPress
(25/12/2011) – Nopron, un nome che ai più è sconosciuto ma che tante mamme conoscono bene perché il famigerato medicinale salvanotte per i più piccoli è stato per diverso tempo il più noto rimedio chimico per rendere meno “vivaci” le notti insonni dei bambini e quindi per far passarne di più tranquille anche i genitori.
Eppure gli effetti negativi erano conosciuti e tra questi una sorta di effetto paradosso alla sospensione, misurato da un’eccitazione maggiore nei bambini o una sonnolenza diurna oltre a debolezza muscolare o tremore. Dopo che in Italia le prescrizioni sono aumentate del 280% negli ultimi cinque anni, accade che il Nopron viene ritirato dal commercio a partire dal 2 gennaio 2012 in conseguenza della sospensione delle autorizzazioni dei Laboratoires Genopharm – Francia e dell’officina di produzione Alkopharm Blois, nonché del suo ritiro dal commercio.
Il Nopron sciroppo era in commercio solamente in Italia e in Francia. Dei lotti di numerosi medicinali delle predette Aziende, disposti dall’Agenzia regolatoria francese con comunicazione sul proprio sito (www.afssaps.fr) del 20 dicembre u.s., l’Agenzia italiana del Farmaco ha comunicato che dal 21 dicembre non vengono più rilasciate autorizzazioni all’importazione per il medicinale Nopron Enfant 15 mg/5ml 150ml né per altri farmaci delle aziende coinvolte dal citato provvedimento. Ancora una volta, per Giovanni D’Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” ci si accorge con estremo ritardo di quanto siano sottovalutati pericolosi effetti collaterali di non pochi farmaci ed in particolare degli psicofarmaci somministrati ai bambini, anche perché dietro a queste storie di lobbies ci sono i più piccoli e le loro famiglie. E sono tanti, tantissimi. Si pensi che secondo uno studio del “Mario Negri” pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica sono oltre 50mila i bambini italiani che già oggi assumono psicofarmaci ma il numero è certamente sottostimato. Vi è da dire, inoltre, che tali ritardi sono la conseguenza di un sistema di farmacovigilanza basato sulle segnalazioni spontanee da parte dei medici ospedalieri e di famiglia che anche molti esperti ritengono molto debole per cui molto soventemente gli effetti indesiderati sono sottostimati.
L’eccessivamente numerose prescrizioni di psicofarmaci ai bambini sono conseguenza di diagnosi affrettate e non sempre corrette da parte di medici di medicina generale e da pediatri che non hanno le necessarie competenze per compiere un passo così importante come quello di somministrare uno psicofarmaco ad un bambino, ma anche a seguito di diagnosi formulate da medici competenti come neuropsichiatri infantili e psichiatri adolescenziali, che ritengono che alla base del disturbo dei bambini ci sia un fattore biologico curabile quindi solo con i farmaci. A tal proposito, viene quasi obbligatorio porsi una domanda: che non sia giunta l’ora d’inserire per legge sull’etichette e confezioni dei farmaci i riquadri neri come quelli adottati per le sigarette, per evidenziare gli effetti collaterali più pericolosi?