Fonte: MaInFatti
Presentata una interrogazione al ministro della Salute Beatrice Lorenzin per chiedere che venga estero ad altre patologie quali la depressione il registro ADHD, grazie al quale si riesce a ridurre le prescrizioni di psicofarmaci nei bambini.
Nell’ultimo decennio c’è stato un incremento nella prescrizionedi metanfetamine ai bambini distratti e agitati del 46% mentre negli ultimi 7 anni il numero di psicofarmaci antidepressiviprescritti ai minorenni è cresciuto in Gran Bretagna del 545, del 605 in Danimarca, del 495 in Germania, del 265 negli Stati Uniti e del 175 in Olanda. In Italia i numeri sono discordanti ma ugualmente drammatici, poiché è stato stimato che nel 2014 siano stati ben 200.000 i ragazzi italiani che, hanno assunto un qualche tipo di psicofarmaco. Fra loro, inoltre, 1 su 10 lo ha fatto senza una regolare prescrizione medica.
Eppure a livello europeo l’Italia rappresenta l’eccellenza grazie al “Registro ADHD” funzionante presso l’Istituto Superiore di Sanità, che riesce comunque a mantenere le prescrizioni a livelli sensibilmente inferiori agli altri Paesi, nonostante l’Aifa sia stata comunque costretta a richiamare i medici affinché non trattino piùbambini e adolescenti con l’antidepressivo Paroxetina perché aumenta il rischio di suicidi nei minori.
Ad ottobre in una interrogazione del Parlamento europeoalla Commissione UE si chiede quindi di verificare circa l’applicabilità del “modello italiano” a livello comunitario, domandando se si ritiene che l’estensione del registro italiano ad altre patologie, come ad esempio la depressione, “possa contribuire ad una riduzione delle prescrizioni, e se sia a conoscenza di esperienze simili in altri Stati membri”.
In una nota “Giù le Mani dai Bambini“, il più rappresentativo comitato per la farmacovigilanza in età pediatrica in Italia, avverte però che “c’è chi rema contro e vorrebbe tornare al passato – come denuncia Luca Poma – e spegnere quel ‘potente faro’ attualmente acceso sul processo di diagnosi e presa in carico dibambini e adolescenti che permette di limitare gli abusi dipsicofarmaci e fa dell’Italia un modello virtuoso da seguire. E non certo per motivi di spesa, dal momento che gli strumenti attualmente esistenti hanno un costo semplicemente ridicolo: qualcuno (forse con interessi poco chiari) cerca di far passare il messaggio che le procedure di controllo previste dal Ministero della Salute sono un ‘impegno eccessivo’, come se prescrivere una meta-anfetamina a un bambino di 6 anni fosse un mero adempimento burocratico, da sbrigare velocemente e senza perdere troppo tempo”.
Per questo motivo, è stata presentata una interrogazione alSenato nella quale si chiede al ministro della Salute Beatrice Lorenzin “quali azioni intenda intraprendere, per garantire il mantenimento del registro ADHD, estendendolo anzi anche ad altre patologie quali la depressione, e garantendo a tal fine un aumento delle risorse disponibili, e quali attività abbia in programma per garantire su tutto il territorio nazionale terapie non farmacologiche di comprovata efficacia scientifica”.