Di Cinzia Marchegiani – Fonte: L’Osservatore Italia
In questo mese di aprile, i ricercatori dell’Ospedale dei Bambini di Philadelphia (CHOP) PolicyLab hanno pubblicato il più grande studio in JAMA Pediatria che documenta i rischi significativi per la salute dei bambini associati con antipsicotici di prescrizione, una potente una classe di farmaci utilizzati per il trattamento di disturbi di salute mentale e comportamentale: “l’avvio di antipsicotici tra i giovani della nostra nazione potrebbe elevare il rischio non solo di un significativo aumento di peso, ma anche per il diabete di tipo II di quasi il 50%. Inoltre, tra coloro che sono stati trattati anche con antidepressivi, il rischio può raddoppiare”
Philadelphia (USA) – Gli antipsicotici come Risperdal, Abilify, e Seroquel sono la seconda classe di farmaci più prescritti per problemi comportamentali nei bambini e negli adolescenti, secondo solo a stimolanti come Concerta o Adderall, che sono comunemente prescritti per l’ADHD. Negli ultimi anni, questi farmaci sono diventati l’approccio in voga per la gestione di gravi comportamenti distruttivi e aggressivi nei bambini a causa delle loro proprietà immediate e potenti sedativi e stabilizzatori dell’umore. Sono frequentemente prescritti anche per il trattamento dei bambini con diagnosi di depressione o ADHD. I ricercatori dell’ospedale pediatrico di Philadelphia confermano:”Per alcuni dei nostri bambini più a rischio, come i giovani in affido, che spesso presentano un comportamento distruttivo e opposizione come una manifestazione del loro trauma, la dipendenza antipsicotici per controllare il loro comportamento è diventata un’epidemia.”
IL FATTO
Negli Stati Uniti ad oltre undici milioni di bambini vengono somministrati quotidianamente anfetamine o psicofarmaci allo scopo di tentare di risolverne i disagi. A spiegarci meglio di cosa parliamo è il Comitato GIU LE MANI DAI BAMBINI che allarmato da questa tendenza ha fatto una vera campagna informativa poiché anche nelle scuole italiane, sono stati recentemente avviati programmi di screening di massa per individuare i bambini sofferenti di problemi di carattere psicologico: “La tendenza a sottoporre i bambini a terapie prolungate a base di psicofarmaci – al fine di risolvere problemi che andrebbero invece probabilmente affrontati con metodologie pedagogiche ed educative – è ormai sempre più diffusa, e riguarda ormai molti milioni di bambini in età scolare e pre-scolare in tutto il mondo occidentale.”
LO STUDIO SHOCK AVVERTE: USO ANTIPSICOTICI PUÒ AUMENTARE IL RISCHIO PER IL DIABETE IN ALCUNI BAMBINI
Negli ultimi dieci anni, il gruppo di ricerca interdisciplinare in PolicyLab ha esaminato il crescente uso di antipsicotici tra i bambini e gli adolescenti in programma Medicaid della nazione con l’intento di proiezione di un riflettore sulla portata di tali usi e le prassi e le implicazioni politiche che ne derivano. Questo mese di aprile 2015, i ricercatori dell’Ospedale dei Bambini di Philadelphia (CHOP) PolicyLab hanno pubblicato il più grande studio in JAMA Pediatria che documenta i rischi significativi per la salute dei bambini associati con antipsicotici di prescrizione, una potente una classe di farmaci utilizzati per il trattamento di disturbi di salute mentale e comportamentale:”La nostra ricerca suggerisce che l’avvio di antipsicotici tra i giovani della nostra nazione potrebbe elevare il rischio non solo di un significativo aumento di peso, ma anche per il diabete di tipo II di quasi il 50%. Inoltre, tra coloro che sono stati trattati anche con antidepressivi, il rischio può raddoppiare. Questi nuovi risultati ci devono far riflettere. Con tali gran numero di bambini esposti a questi farmaci, le implicazioni per potenziali danni di lunga durata possono essere stonata. L’inclinazione potrebbe essere di colpa dei medici o aziende farmaceutiche e di imporre severe restrizioni sull’uso di questi farmaci. Tuttavia, come un pediatra che ha attraversato questo problema clinico con i bambini e le famiglie a CHOP e viste da una prospettiva di salute della popolazione, sono favorevole a un approccio più equilibrato.”
Gli stessi ricercatori affermano che riconoscono che esiste purtroppo l’elevato livello di utilizzo di questi farmaci che riflette una domanda crescente per affrontare comportamenti molto difficili nei bambini: “Questi comportamenti sono spesso non ben affrontati all’interno dei sistemi pubblici che mancano i servizi o manodopera necessarie per scambiare consulenza di supporto e basata su prove come alternativa. Anche in un contesto di servizi di consulenza facilmente disponibili – così ci auguriamo – ci saranno sempre i bambini e gli adolescenti che hanno bisogno di accesso a questi tipi di farmaci, anche se solo per un breve periodo di tempo. “
Lo studio appena pubblicato mette sulla bilancia importanti riflessioni degli stessi autori:”La mia sensazione crescente è che abbiamo bisogno di integrare queste nuove rivelazioni per il rischio del diabete e le sue complicanze potenzialmente di lunga durata attraverso una considerazione più riflessiva dei veri rischi e benefici nel prescrivere un antipsicotico ad un bambino. L’aggiunta di un antipsicotico ad un regime farmacologico di un singolo bambino che sta già ricevendo un antidepressivo può raddoppiare il rischio del bambino per il diabete, a livello di popolazione: “Tra i bambini 11-18 anni di età, il rischio di fondo per il diabete per coloro che non stavano usando antipsicotici nel nostro studio è stato di 1 a 400, in aumento di 1 a 260 tra coloro che hanno avviato antipsicotici, e 1 in 200 tra coloro che hanno avviato, mentre anche ricevere un antidepressivo. Per alcuni bambini in crisi immediata, il beneficio del antipsicotico per la gestione acuta può ancora superare questo rischio” conclude un ricercatore.
STUDIO E PSICOFARMACI: I RISCHI DEVONO ESSERE VALUTATI
Questo studio dimostra come spesso i bambini vengano trattati con farmaci che poco o nulla hanno alle spalle una vera sperimentazione clinica, anzi sono i piccoli pazienti a dare le prove documentali sulle evidenze cliniche, e quindi occorrerebbe capire che tipo di medicazione si è fatta finora sulla pelle di questi bambini. A testimoniare questo passaggio sono sempre i ricercatori dell’ospedale pediatrico PolicyLab che affermano: ”Allo stesso tempo, la nostra ricerca dimostra che il rischio non è zero, e può infine essere maggiore se avessimo seguito bambini per lunghi periodi di tempo. Per questo motivo, dobbiamo assolutamente cercare di ridurre il numero di bambini e adolescenti esposti a questi potenti farmaci. Se possibile, questi farmaci non dovrebbero nemmeno essere considerati fino a servizi di consulenza più appropriate e basate su prove, come la terapia cognitivo-trauma concentrato, sono impiegati per affrontare il trauma emotivo di fondo, che è spesso la causa principale di questi comportamenti. I medici e le famiglie che stanno prendendo decisioni per il trattamento deve costantemente rivedere la strategia con la quale si rivolgono i comportamenti difficili. Se hanno intenzione di prescrivere antipsicotici per un bambino, dovrebbero cominciare con cautela con la dose più bassa possibile, e strettamente monitorare per la prova iniziale dei relativi aumento di peso o prove di laboratorio anomali che spesso prevedono poi l’insorgenza del diabete. Una volta che un bambino è sul farmaco antipsicotico, il piano dovrebbe essere concordato e periodicamente rivisitata per garantire che altre strategie terapeutiche vengano massimizzati. Quella stessa revisione periodica dovrebbe anche cercare di passare il bambino fuori dalla antipsicotico più presto possibile una volta che questi problemi sono più adeguatamente affrontate attraverso la consulenza.”
LO STUDIO SCARDINA LA TERAPIA DEI PSICOFARMACI
Lo studio pubblicato mette al muro una scelta terapeutica finora sostenuta e forzata sui bambini con difficoltà comportamentali. Infatti si indica un’altra strada, quella di offrire una guida più regolare e di educazione per i loro fornitori in merito alle aspettative di qualità nella loro fornitura di servizi sanitari comportamentali per i bambini a rischio:” Essi potrebbero anche offrire risorse di supporto quali psichiatri consultivi e manager di crisi.”
Ricordiamo la gaffe dell’ISS che in data 17 luglio 2014 invia la risposta al comitato “Giù le mani dai Bambini” dove in merito ai report derivanti dal registro italiano ADHD rispondeva: “l’intento e la finalità del Registro non è stata quella di valutazione dell’efficacia dei farmaci che in generate viene effettuata a monte in fase di registrazione, ma del monitoraggio dell’accuratezza diagnostica e dell’appropriatezza della terapia farmacologica”. Un paese e una nazione che non ha cura dei suoi figli e delle future generazioni deve far preoccupare non solo i medici onesti, ma anche i genitori dei ragazzi sottoposti a terapie ancora poco conosciute, anzi che ad oggi si scoprono pericolose e forse inutili, come ricordava lo stesso Gianluca Poma: ”non esistono a tutt’oggi dati certi sull’efficacia di questi farmaci, le uniche certezze sono i potenziali gravi effetti collaterali. Si trattano bambini per anni con psicofarmaci, ma non uno è stato mai ‘curato’, perché interrompendo la somministrazione tornano tutti i disturbi che il bimbo aveva prima della terapia: perché si continuano a correre rischi e a spendere soldi pubblici per cure senza prove di reale efficacia?”
Interessante domanda di Luca Poma alla quale ancora nessuno è in grado di rispondere. Speriamo che alla luce delle nuove evidenze post-marketing effettuate sulla pelle di innocenti…. qualcuno favelli.