Fonte: medicinalive.it
Anche in pediatria, il ricorso agli psicofarmaci è sempre più diffuso, in modo particolare per quei bambini definiti iperattivi, cioè dotati di intelligenza normale, ma che sono costantemente agitati e presentano un deficit di attenzione. Tuttavia, l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), proprio in questi giorni, ha deciso di indicare nuovi parametri per l’utilizzo di alcuni farmaci, che potrebbero danneggiare il sistema cardiocircolatorio.
A finire sotto la lente dell’AIFA, e per cui è stato deciso di utilizzare parametri più stringenti è l’Atomoxetina (nome commerciale Strattera), il farmaco della Eli Lilly utilizzato anche in Italia per la cura dei bambini affetti dalla cosiddetta ADHD, la sindrome della disattenzione e eccessiva vivacità. In una circolare dell’Agenzia, si riportano i dati di recenti studi clinici che dimostrano come i piccoli pazienti trattati con questa molecola presentano aumenti anomali di pressione sanguigna e battito cardiaco.
Quasi la metà dei bambini, infatti, riscontrano variazioni in questi parametri, tali da causare un rischio grave per la salute in presenza di pregresse patologie o anomalie del sistema circolatorio. Per questo motivo, l’AIFA impone maggiore attenzione nell’anamnesi prima della somministrazione del farmaco, e la compilazione di una check list per valutare la presenza di problemi cardiaci.
Come ha spiegato Luca Poma, giornalista e Portavoce di Giù le Mani dai Bambini, il più rappresentativo Comitato per la farmacovigilanza pediatrica nel nostro paese:
E’ l’ennesima dimostrazione del profilo di rischio di queste molecole psicoattive: tentando di normalizzare il comportamento di bambini “difficili”, si apre la strada ad altre e ben più gravi problematiche. Lo Strattera è epatotossico, espone al rischio di ideazioni suicidarie in bambi e adolescenti, e scopriamo ora con anni di ritardo che – come il suo “cugino” Ritalin, della Novartis – può anche pregiudicare l’equilibrio cardiaco. Questi prodotti non curano nulla, agiscono solo sui sintomi migliorando il comportamento del bambino nelle sue interazioni con la scuola e con il mondo adulto, ma a quale prezzo sul medio-lungo periodo?
Troppo spesso, infatti, i pediatri ricorrono sbrigativamente agli psicofarmaci, anche quando non sono la risposta giusta al problema. La circolare dell’AIFA e i relativi allegati sono disponibili qui.