La Sindrome da Iperattività e Deficit di Attenzione (ADHD), è stata ufficializzata dall’American Psychiatric Association solo nel 1980 e colpirebbe prevalentemente i maschi.
La seguente è una lista di persone famose che, a torto o a ragione, sono state ritenute “malate mentali” colpite da sintomatologie riconducibili a quelle proprie dell’ADHD:
Hans Christian Andersen, Ludwig van Beethoven, Lewis Carroll, Agatha Christie, Winston Churchill, Stephen W. Hawking , Sergei Rachmaninov, Mariel Hemingway, I Fratelli Wright, Ernest Hemingway, Bill Cosby, Leonardo da Vinci, Salvador Dalì, Dwight D. Eisenhower, Michael Faraday, F. Scott Fitzgerald, Henry Ford, Benjamin Franklyn, Galileo Galilei, John F. Kennedy, Steve Mc Queen, Michael Jordan, Robert Kennedy, John Lennon, Abramo Lincoln, Carl Lewis, Wolfgang Amadeus Mozart, Pablo Picasso, Isaac Newton, Nostradamus, Louis Pasteur, Edgar Allan Poe, Ronald Reagan, Dan Quale, John D. Rockefeller, Eleanor Roosevelt, Alberto Tomba, Steven Spielberg, Sylvester Stallone, Lev Tolstoj, Vincent Van Gogh, Jules Verne, Robin Williams.
Scorrendo questi nomi viene spontaneo chiedersi come abbiano potuto alcuni di loro, con un tale “deficit”, dare un contributo d’inestimabile valore culturale per l’umanità.
Il Dottor Paul Elliott ha affermato:
“..Il quoziente di intelligenza medio di persone affette da ADHD è in media più alto delle persone comuni… I malati di ADHD hanno grande creatività intesa non solo in senso artistico (musica pittura etc.), ma anche come genialità nell’affrontare e risolvere problemi e situazioni. I malati di ADHD hanno inoltre strutture cerebrali sensoriali più sviluppate. In poche parole percepiscono suoni, immagini, gusti, odori e sensazioni tattili in misura maggiore, e questo le rende facilmente distraibili. Più si sale nei punteggi del Quoziente di Intelligenza, più si incontrano malati di ADHD, anzi, oltre 160 di IQ, sono tutti malati di ADHD. Se questo è un guaio, un danno del cervello, come vorremmo esserne tutti affetti! Insomma, non è un disagio o un danno, e prima ce ne accorgiamo, prima sapremo adottare approcci corretti verso questa situazione!…”
Sia la Food and Drug Administration (FDA) che la Drug Enforcement Administration (DEA), rispettivamente il Ministero della Sanità ed il Dipartimento Antidroga negli USA, hanno dichiarato che queste presunte patologie “non hanno cause biologiche note”.
In un documento datato dicembre 1999, dal titolo “Simulazioni di effetti a lungo termine delle cure al cervello”, il NIMH (National Institute of Mental Health) dichiara quanto segue:
“gli stimolanti sopprimono i sintomi della sindrome ADHD ma non la curano in sè. Come risultato i bambini affetti da ADHD devono venire spesso trattati con altri psicofarmaci per molti degli anni successivi alla cura”.
Quindi non solo pare non essere una cura, ma non migliora neppure il rendimento scolastico dei bambini!
Molti psicofarmaci somministrati su bambini sono “off-label”, cioè disegnati e studiati per gli adulti e nulla si sa dei loro reali effetti sui bambini. Malgrado ciò la tesi neurobiologica continua ad imperare con granitica certezza tra certi psichiatri.
Cento anni di osservazione psichiatrica ci hanno peraltro abituato al carattere transitorio di molte malattie mentali, non nel senso che queste vanno e vengono nella vita di un individuo, ma nel senso che si presentano in una certa epoca e in un certo luogo e poi misteriosamente spariscono…
Torna all’elenco degli argomenti della sezione “contro”