Articolo di Andrea Rosini per Il Corriere di Romagna
Sono accusate di abuso dei mezzi di correzione: l’alunno era in prima elementare, in un caso finì all’ospedale
RIMINI. Due maestre, una delle quali di sostegno, sono a processo da ieri con l’accusa di abuso dei mezzi di correzione (sono difese dagli avvocati Monica Rossi e Alessandro Petrillo, e Francesco Vasini). Secondo l’accusa le due insegnanti, di 47 e 42 anni, avrebbero usato metodi poco ortodossi per contenere un bambino difficile che, all’epoca dei fatti (anno scolastico 2012-2013) frequentava la prima elementare in una scuola primaria del Riminese. Al centro della vicenda c’è un alunno affetto da una sindrome ipercinetica (iperattività) per la quale era già seguito fin dai tempi della scuola materna, ma che non era stata ancora certificata al momento dell’iscrizione in virtù dell’ottimo quoziente intellettivo. L’impatto del bambino con i banchi e le regole non fu semplice e fin da subito il personale scolastico lo descrisse come un bimbo “difficile da gestire” al punto che si rese ben presto necessaria la certificazione del problema e l’ingaggio di una insegnante di sostegno. Nel frattempo, però, era già accaduto il primo episodio, nell’ottobre 2012: una maestra avrebbe graffiato il piccolo nel tentativo di bloccarlo. Il secondo episodio risale al gennaio 2013. A quel punto l’alunno aveva l’insegnante di sostegno. Nel corso di una “crisi”, secondo l’accusa, nel tentativo di riportarlo alla calma e di contenerlo (gettava qualsiasi oggetto a portata di mano contro compagni e insegnante) l’avrebbe fatto cadere a terra, dopo averlo afferrato per i polsi, procurandogli un trauma cranico. Quando la nonna a casa si accorse del bernoccolo il bambino racconto la sua versione dell’accaduto (al pronto soccorso gli fu riscontrato un trauma cranico e dieci giorni di prognosi) mettendo nei guai l’insegnante. A quel punto i genitori (assistiti dall’avvocato Monica Cappellini) presentarono la denuncia. Stando a loro l’alunno aveva trovato un ambiente ostile che aveva finito per esasperare i suoi atteggiamenti aggressivi. La direttrice aveva segnalato il bambino problematico al Tribunale dei minori e gli altri genitori avevano dato vita a uno sciopero tenendo a casa i figli al rientro dalle vacanze natalizie. Le stesse maestre, anche sulle base dei racconti “gonfiati” del piccolo, avrebbe sospettato i familiari di non trattarlo bene a casa. Le maestre negano gli episodi violenti: sarebbe stato l’alunno a graffiarsi e a gettarsi a terra per rabbia, battendo la testa. La scuola non le sottopose a provvedimenti disciplinari, il bambino dalla seconda si iscrisse in un altro istituto.