SSRI e rischio Suicidio
Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) aumentano il rischio di tentato suicidio e di suicidio portato a termine negli adolescenti depressi (…) E’ questa la conclusione di una revisione sistematica, condotta dal gruppo di psichiatri dell’Università di Verona coordinato da Corrado Barbui, che getta luce su una questione a oggi controversa, se cioè la terapia antidepressiva con questi farmaci possa avere come effetto avverso un aumento del numero di suicidi. Sono stati identificati otto studi che hanno coinvolto più di 200.000 pazienti con una depressione moderata o grave. L’uso degli SSRI aumentava il rischio di tentato suicidio o di suicidio portato a termine negli adolescenti (odds ratio 1,92, limiti di confidenza al 95% da 1,51 a 2,44), mentre riduceva tale rischio negli adulti (odds ratio 0,57, limiti di confidenza al 95% da 0,40 a 0,70), con un’azione particolarmente protettiva nei soggetti oltre i 65 anni (odds ratio 0,46, limiti di confidenza al 95% da 0,27 a 0,79). Questi dati erano ancora più marcati se riferiti ai soli suicidi portati a termine (adolescenti, odds ratio 5,81, limiti di confidenza da 1,57 a 21,51; adulti, odds ratio 0,66, limiti di confidenza al 95% da 0,52 a 0,83; anziani, odds ratio 0,53, limiti di confidenza al 95% da 0,26 a 1,06).
Secondo gli autori della ricerca, i dati degli studi osservazionali confermano la sicurezza della terapia con SSRI negli adulti con depressione maggiore. Nei bambini e negli adolescenti invece questa terapia va seguita con particolare attenzione a causa del possibile aumento del rischio di suicidio. In particolare venlafaxina e paroxetina dorebbero essere evitate in questa fascia d’età in base alle prove, emergenti da studi randomizzati e osservazionali, che i rischi per la maggior parte degli adolescenti superano i benefici.
Bibliografia
C, Esposito E, et al. Selective serotonin reuptake inhibitors and risk of suicide: a systematic review of observational studies. CMAJ 2009;180:291-7.