Di Francesca Gazzola – Fonte: CorrierePadano
La maturità si avvicina, lo stress e la tensione aumentano e non tutti gli studenti sanno affrontare le ‘sfide’ allo stesso modo. In mezzo a coloro che trascorreranno la loro ‘notte prima degli esami’ guardando il soffitto o tentando il ripasso ‘last minute’ ci saranno anche coloro che per tranquillizzarsi ricorreranno a tranquillanti e antidepressivi. Sì perché il 6% degli adolescenti italiani ha dichiarato di aver assunto psicofarmaci senza prescrizione medica nel 2011. Pillole assunte con troppa leggerezza specialmente in periodi di forte stress come l’avvicinarsi di interrogazioni ed esami.
Secondo le stime del rapporto Espad 2011 – realizzato dal Reparto di Epidemiologia e Ricerca sui servizi sanitari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) – sono circa 80mila gli adolescenti che lo scorso anno hanno fatto uso di psicofarmaci. L’indagine – che si basa sulle risposte di un campione rappresentativo di 50mila studenti italiani dai 15 ai 19 anni – rivela che sono le ragazze le maggiori consumatrici di tranquillanti e antidepressivi (il 7% contro il 4% dei ragazzi). ‘I farmaci che sono classificati come sostanze psicoattive (ad esempio per l’iperattività e /o problemi di attenzione, per le diete, per dormire e rilassarsi o per regolarizzare l’umore – si legge nel report – sono solitamente parte di un percorso clinico e quindi assunti sotto stretto controllo medico. Se i farmaci vengono usati senza prescrizione il loro consumo è illecito e sono da consierarsi sostanze psicoattive illegali a tutti gli effetti’. Secondo il report i ragazzi si riforniscono principalmente in discoteca, in locali e in luoghi all’aperto.
Altro dato allarmante riguarda il gioco d’azzardo sempre più diffuso tra gli adolescenti: secondo le stime di Espad il 47% degli adolescenti nell’ultimo anno ha partecipato a giochi dove si perdono e si vincono soldigiocato somme di denaro e la maggioranza è costituita dai maschi. Un quinto dei ragazzi ha dichiarato di aver giocato somme di denaro più di venti volte nel corso dell’anno. Poker texano e scommesse sportive sono in testa alla classifica dei giochi che tirano di più.
Un fenomeno quello del gioco d’azzardo che preoccupa non poco: nei giorni scorsi tale tema è approdato in Regione Emilia Romagna con un’interrogazione da parte del consigliere pidiellino Andrea Pollastri: “I nostri concittadini hanno speso nel 2010 circa 4.579 milioni di euro in giochi d’azzardo, senza quello che viene speso per le scommesse online’ – ha dichiarato Pollastri. ‘Piacenza – prosegue – è 61ma nella graduatoria nazionale, e spende da sola 241.687.413 euro, corrispondenti ad 893 euro per cittadino, ossia il 2,96% del PIL provinciale. Cifre preoccupanti, soprattutto se si pensa che storicamente la mentalità piacentina è molto lontana dal ricorso a questo tipo di giochi. Un po’ ovunque – dice ancora – si è assistito, negli ultimi anni, grazie a leggi permissive e liberalizzanti, al proliferare, presso i pubblici esercizi, di macchine automatiche per il gioco d’azzardo (slot machines, videopoker, ecc.), la cui presenza consente ai titolari di aumentare i ricavi grazie al maggior afflusso di persone ed alla percentuale sugli incassi. Sono nate anche tante sale da gioco, dedicate esclusivamente a questa attività’. A farne le spese sono soprattutto persone con redditi medio bassi, pensionati, disoccupati, studenti, che – giocando in modo compulsivo – rimangono praticamente sul lastrico o creano debiti. Si sono verificati casi, riportati dai media cattolici, di alcuni baristi che, liberamente e a costo di ridurre gli incassi, hanno scelto di non ospitare le “macchinete” nel proprio locale. “Con la mia interrogazione – chiosa Pollastri – miro a conoscere tutte le evoluzioni legali su questo particolare tema, e lancio una proposta alla Regione: quella di dar vita, insieme alle principali Associazioni di Categoria, ad un codice etico che sostenga, faccia conoscere e promuova l’azione dei baristi che hanno rifiutato i dispositivi per il gioco d’azzardo”.