Tutta la classe di farmaci antipsicotici, convenzionali o atipici, va considerata a rischio di effetti indesiderati sul nascituro se assunti dalla madre durante il terzo trimestre di gravidanza.
Tutta la classe di farmaci antipsicotici, convenzionali o atipici, va considerata a rischio di effetti indesiderati sul nascituro se assunti dalla madre durante il terzo trimestre di gravidanza. Lo spiega una nota informativa dell’Aifa con cui si chiede anche l’aggiornamento delle informazioni riportate dagli stampati dei farmaci antipsicotici approvati nell’Unione Europea, in particolare, nelle sezioni del Riassunto delle caratteristiche del prodotto, che riguardano fertilità, gravidanza e allattamento e gli effetti indesiderati. Anche nel foglio illustrativo dovranno essere riportati i sintomi che sono stati osservati nei bambini esposti a questi farmaci durante la gestazione: tremore, rigidità e/o debolezza muscolare, sonnolenza, agitazione, problemi respiratori e difficoltà nell’assunzione di cibo. La decisione a livello europeo indicata dall’Ema, nasce da una revisione condotta dall’Fda, che ha portato prove sufficienti per concludere che i neonati di madri che hanno assunto antipsicotici convenzionali o atipici, durante l’ultimo trimestre possano subire effetti avversi (principalmente sintomi extrapiramidali e/o di astinenza).