Nel 2013 l’Italia apre le porte a un nuovo psicofarmaco per bambini: la guanfacina

Fonte: Redattore Sociale – nuovomondo.it

”Pillole a merenda”, l’inchiesta nel  numero di novembre dello
street magazine Terre di Mezzo. In Italia, la  sperimentazione della
guanfacina è passata sotto silenzio, ma il battage  mediatico
sull’iperattività è iniziato da un anno
”Pillole a merenda”, l’inchiesta nel  numero di novembre dello street magazine Terre di Mezzo. In Italia, la  sperimentazione della guanfacina è passata sotto silenzio, ma il battage  mediatico sull’iperattività è iniziato da un anno

MILANO – Nel 2013, arriverà in Italia un  nuovo psicofarmaco per bambini “troppo vivaci”: la guanfacina. Le  multinazionali, già dall’anno scorso hanno cominciato un battage  mediatico con articoli di giornale, servizi televisivi e siti web  sull’Adhd, meglio nota come iperattività, una patologia che provoca  deficit di attenzione e problemi di autocontrollo. Perché con l’ansia cresce anche la domanda di cure e si prepara il terreno all’ingresso di  un nuovo farmaco, in un mercato che vale almeno 3 miliardi di dollari,  come rivela Rita Dalla Rosa in “Pillole a merenda”, l’inchiesta in  uscita sul numero di novembre di Terre di mezzo – street magazine (www.terre.it).

In Italia, la sperimentazione della guanfacina è passata sotto silenzio.  Solo in un’interrogazione parlamentare del giugno 2011, l’allora  ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha ammesso l’esistenza di “una  fase sperimentale della ricerca” su questa molecola, condotta dalla  Fondazione Stella Maris di Pisa, istituto dedicato ai disturbi  psichiatrici dell’età evolutiva.

Un mistero che fa parte delle strategie  delle case farmaceutiche quando vogliono aggredire nuovi mercati, in  particolare quelli in cui qualche paletto è stato fissato. È il caso  dell’Italia, dove grazie al gruppo di farmacovigilanza “Giù le mani dai  bambini”, nel 2007 l’Istituto superiore di Sanità ha creato un registro  di circa 2 mila bambini a cui sono somministrati i medicinali contro  l’iperattività. Oltre a loro, però, in Italia ci sono 57 mila minori tra  0 e 13 anni in cura con psicofarmaci per altre patologie.

Ma quanto lucrano le farmaceutiche sui disturbi dei minori? Una domanda  scottante, che Dalla Rosa affronta anche in un libro uscito nel 2012 per  Terre di mezzo Editore, dal titolo “La fabbrica delle malattie”.  Eppure, per la stragrande maggioranza dei disturbi del comportamento –  ammesso che siano diagnosticabili- le “terapie alternative” ai  medicinali esistono. E, soprattutto per i piccoli, si servono più di  immaginazione che di principi attivi. “Il potere delle storie è quasi  preventivo: diventa un’occasione per vivere molteplici destini che  insegnano ad affrontare nuove situazioni”, dice Anselmo Roveda,  giornalista, scrittore e caporedattore di Andersen, mensile di  letteratura per l’infanzia. Ecco perché leggere aiuta a superare momenti  difficili: l’ultimo esempio risale al terremoto in Emilia dello scorso  maggio. “Nei campi d’accoglienza sono venuti illustratori e autori per  l’infanzia –racconta Roveda–. L’iniziativa si chiamava “Il cantiere  della fantasia” ed è stato un’occasione per offrire ai bambini uno strumento d’elaborazione dell’evento, senza che il problema fosse mai  nominato”. (lb)

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