Uno studio pubblicato dal British Journal of Medicine rivela gli effetti dannosi degli psicofarmaci per bambini e adolescenti. Se ne discute in parlamento
Di Silvana Santo – da: lifegate.it
Non solo si rivelano spesso inefficaci sui piccoli pazienti, ma possono addirittura peggiorare la situazione, fino a determinare nei soggetti in cura la comparsa di tendenze suicide. Eppure gli antidepressivi continuano a essere prescritti e somministrati con nonchalance a bambini e adolescenti, tanto da essere oggetto di una recente iniziativa politica che ne chiede il ritiro dal mercato (o una regolamentazione più stringente) dinanzi al Parlamento Ue.
Nell’occhio del ciclone è finita soprattutto la paroxetina, una molecola che ai bambini non dovrebbe essere neanche prescritta, ma che finisce comunque nelle ricette mediche in barba alle indicazioni del ministero della Salute. Proprio la paroxetina è oggetto di una ricerca appena pubblicata sul British Medical Journal, che, oltre a dimostrare l’inefficacia della sostanza, ha denunciato le pratiche scorrette della multinazionale farmaceutica SmithKline volte a ostacolare la diffusione dei dati sugli effetti collaterali di questa molecola. La paroxetina, secondo le conclusioni dello studio, “non ha dimostrato efficacia nella cura della depressione negli adolescenti”, ma è anzi collegata a un aumento dei rischi per la salute dei pazienti. Quanto a Glaxo, invece, per 14 anni il colosso farmaceutico avrebbe in sostanza cercato in tutti i modi di difendere la reputazione del principio attivo contenuto in molti dei suoi antidepressivi, che finora ha fruttato all’azienda oltre 15 miliardi di dollari.
“L’efficacia della paroxetina (e della imipramina) non è statisticamente o clinicamente significativamente diversa dal placebo per qualsiasi risultato di efficacia primario o secondario – si legge nello studio uscito sul BMJ – Ci sono stati aumenti clinicamente significativi di comportamenti suicidari e di altri gravi eventi avversi nei pazienti trattati con paroxetina e problemi cardiovascolari nel gruppo cui era somminisrtata l’imipramina”.
A seguito della pubblicazione dello studio, il Parlamento europeo sarà chiamato a pronunciarsi sull’apertura di un’indagine sull’eventuale violazione, da parte della multinazionale, delle norme comunitarie in materia di antitrust. In Italia, intanto, il comitato “Giù le Mani dai Bambini”, attivo nel nostro Paese sul fronte della farmacovigilanza pediatrica, ha sollecitato una reazione da parte del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha deciso, in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia celebrata nei giorni scorsi, di attivare un tavolo di confronto dedicato proprio al monitoraggio della somministrazione degli psicofarmaci per bambini e ragazzi.
“Un passo molto importante – commenta Luca Poma, giornalista e portavoce di Giù le mani dai bambini – Ora è necessario mettersi al lavoro con spirito costruttivo per tutelare la salute dei più piccoli”. L’associazione, per cominciare, chiede di estendere a tutte le molecole psicoattive il registro per il controllo delle prescrizioni di psicofarmaci per i bambini iperattivi, da tempo esistente in Italia.