Un gruppo di ricercatori tedeschi, coordinati dal Dr. Bearman, ha studiato l’effetto della cannabis terapeutica su 30 soggetti con diagnosi di ADHD. I risultati sono stati molto positi
Di Gaia Giannini – Fonte: news.fidelityhouse.eu
In molti Stati si è arrivati alla depenalizzazione per l’uso ricreativo della marijuana, in alcuni addirittura vige uno stato di assoluta legalizzazione. Ed è a questo tipo di progresso che si stanno ispirando molti studi di ricerca in campo medico riguardanti l’applicazione dellacannabis terapeutica a molte patologie.
Uno degli ultimi studi è quello condotto da un gruppo di ricercatori tedeschi, coordinati dal Dr. David Bearman; i ricercatori hanno studiato gli effetti della cannabis su un campione di 30 soggetti a cui era stata diagnosticato il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), e con i quali il trattamento farmaceutico convenzionale, a base di Adderall e Ritalin, aveva avuto un successo limitato.
Il risultato è stato molto positivo: tutti i 30 soggetti, dopo l’assunzione di cannabis medicinale, hanno riferito una migliore concentranzione, una migliore qualità del sonno e un’impulsività ridotta. Il risultato è stata talmente positivo che 22 pazienti su 30 hanno deciso, alla fine dello studio sperimentale, di rinunciare ai farmaci prescritti loro in precedenza e continuare ad utilizzare la marijuana medica per la gestione dei loro sintomi.
Pur essendo uno studio su un campione molto esiguo di pazienti, questo risultato non fa altro che confermare l’enorme mole di risvolti positivi della marijuana in campo medico e del suo grande potenziale, oltre ad aprire la strada ad un nuovo ambito di applicazione di questo trattamento, quello dell’ADHD, che come sappiamo è caratterizzata principalmente da difficoltà di concentrazine, iperattività e impulsività.
Come ha spiegato il Dr. David Bearman, il coordinatore della ricerca: “La cannabis sembra trattare l’ADHD attraverso l’aumento di disponibilità di dopamina“. “La cannabis – spiega il ricercatore Bearman – ha lo stesso effetto di farmaci come Ritalin e Dexedrine, ma un diverso meccanismo di azioni. Le ultime, infatti, al contrario della cannabis, agiscono legandosi alla dopamina, interferendo con la riparazione metabolica della dopamina”.