Fonre: Online News
Gli studenti più giovani di una classe sono anche quelli che più spesso ricevono una diagnosi di disturbo da deficit di attenzione e iperattività (adhd), rispetto ai loro compagni più ‘vecchi’.
Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Pediatrics, che fa sorgere la domanda se non si tratti di semplice immaturità del bambino e di come viene analizzato dai medici quando ‘non rimane seduto’. La ricerca, condotta a Taiwan, ha analizzato i dati di 378.881 bambini tra i 4 e 17 anni, e scoperto che gli studenti nati ad agosto (ultimo mese nel Paese per l’ingresso a scuola) ricevono più diagnosi di adhd rispetto a quelli nati a settembre, che devono aspettare un anno in più per iniziare la scuola e sono quindi più maturi. Altri studi hanno mostrato risultati simili: uno condotto negli Usa ha rilevato che circa l’8,4% dei bambini nati un mese prima della scadenza per l’ammissione alla prima elementare hanno una diagnosi di adhd, contro il 5,1% di quelli nati il mese immediatamente successivo.
Dati che comunque ”vanno inquadrati in una società e un contesto molto diverso da quello europeo, e più in particolare dell’Italia e dei paesi mediterranei”, rileva Pietro Panei, responsabile del Registro italiano dell’adhd che ha sede presso l’Istituto superiore di sanità. ”Negli Usa il bambino e’ molto più confinato nello spazio e nel tempo – continua – e la diagnosi viene fatta dal medico di base. Da noi invece il percorso e’ molto più accurato e la diagnosi viene fatta da un neuropsichiatra infantile”. I numeri lo dimostrano: in media nel mondo l’adhd colpisce tra il 3 ed il 4,5% della popolazione adulta, negli Stati uniti oltre un bambino su 10 tra i 5 e 17 anni, arrivando al 12% nel 2011, e in Italia almeno due milioni di persone maggiorenni. ”La prevalenza in Italia – conclude Panei – è piuttosto bassa, e riguarda meno dell’1% della popolazione tra i 6 e 18 anni. Secondo il nostro registro, che monitora la prescrizione di due farmaci usati per i casi più gravi, sono 4mila quelli in trattamento farmacologico”.