“Stupida”, “Vai con chi ti può capire”, “Non fate scrivere ai genitori”, “Non ti vergogni”, “Down”, “Non te ne vai?”, “Possibile che ti debba dire ogni cosa?”, “Non ce la fai?”, “100 anni per fare un problema?” sono solo alcuni degli insulti che B., una ragazza di tredici anni, ha rappresentato in un quadro allegato alla sua tesina di terza media su “DSA, BES e ADHD”.
Fonte: orizzontescuola.it - giugno 2024
B. frequenta la scuola Virginia Centurione Bracelli di Roma, situata nel quartiere Battistini, e convive con un disturbo specifico dell’apprendimento: la dislessia. Questa condizione comporta difficoltà nella lettura e un borderline cognitivo, rendendo complesso l’adattamento alle richieste dell’ambiente esterno e causando difficoltà emotive e relazionali. B. ha dedicato il suo quadro alla scuola, con il messaggio: “Perché non dimentichi che la diversità è occasione di ricchezza e che non possono esistere intelligenza e cultura se cuore e cervello non sono in equilibrio”. L’obiettivo di B. – come racconta Contro Copertina – è dimostrare che una buona educazione richiede un equilibrio tra mente e cuore. Le frasi all’interno della casa nel dipinto rappresentano tutti gli insulti ricevuti negli anni. “La casa è la scuola stessa”, ha spiegato B., “con all’interno delle scritte sgrammaticate. Così vedo io le parole.”
B. descrive il suo disequilibrio interiore come un’altalena tra mente e cuore: “L’istruzione è completa quando vengono rispettate anche le esigenze degli altri senza sovrastarli e deriderli”. Nonostante tutto, B. non si è sentita completamente sola. Nel cielo del disegno, un soffione che vola via rappresenta una compagna di classe: “Dopo un evento di bullismo venne da me e mi disse ‘ti voglio bene’, è stata l’unica ad avermi capita“. Il quadro di B. non è solo un’opera artistica, ma un potente strumento di sensibilizzazione. Le frasi sgrammaticate che ha dipinto riflettono la sua percezione delle parole, distorte dalla dislessia, ma cariche di un significato profondo. La casa rappresenta la scuola, un luogo che dovrebbe essere di inclusione e comprensione, ma che per B. è stato spesso teatro di bullismo e insulti.
La storia di B. mette in luce l’importanza di sensibilizzare studenti e insegnanti sui disturbi specifici dell’apprendimento e sull’inclusione. La scuola deve essere un luogo sicuro e accogliente per tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro difficoltà. L’arte di B. è un richiamo a questo ideale, un promemoria visivo del potere della gentilezza e della comprensione. Fortunatamente, B. ha trovato anche sostegno. Il gesto affettuoso della sua compagna di classe, rappresentata dal soffione nel suo disegno, dimostra che piccoli atti di gentilezza possono fare una grande differenza nella vita di chi è vittima di bullismo.
Questo messaggio di speranza è fondamentale, soprattutto per gli altri studenti che possono trovarsi in situazioni simili. L’esperienza di B. evidenzia la necessità di un’educazione che bilanci mente e cuore, promuovendo non solo l’apprendimento accademico, ma anche l’empatia e il rispetto reciproco. Le scuole devono lavorare per creare ambienti in cui tutti gli studenti possano sentirsi valorizzati e compresi, indipendentemente dalle loro sfide personali.