Troppo paracetamolo in gravidanza aumenta il rischio di problemi comportamentali nei bambini

Troppo paracetamolo in gravidanza aumenta il rischio di problemi comportamentali nei bambini

Il consumo eccessivo di paracetamolo durante la gravidanza può aumentare il rischio che il bambino sviluppi problemi di attenzione e comportamento già all’età di 2, 3 e 4 anni. Lo studio condotto dalla University of Illinois Urbana-Champaign è stato pubblicato sulla rivista Neurotoxicology and Teratology

Di Valentina Arcovio, per Sanità Informazione, gennaio 2024

Il consumo eccessivo di paracetamolo durante la gravidanza può aumentare il rischio che il bambino sviluppi problemi di attenzione e comportamento già all’età di 2, 3 e 4 anni. Lo studio condotto dalla University of Illinois Urbana-Champaign, nell’ambito dell’Illinois Kids Development Study, si aggiunge a un crescente numero di evidenze che collegano l’uso frequente di paracetamolo in gravidanza a problemi di sviluppo nella prole. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Neurotoxicology and Teratology. Nello studio i ricercatori hanno monitorato centinaia di bambini, raccogliendo dati sull’esposizione a sostanze chimiche durante la gravidanza, chiedendo poi ai genitori di valutare il comportamento dei figli.

Il paracetamolo può essere rischioso soprattutto nel secondo trimestre

Mentre il paracetamolo è considerato l’antidolorifico e l’antifebbrile più sicuro disponibile durante la gravidanza, studi precedenti hanno trovato evidenze di una serie di possibili esiti negativi per i bambini esposti al farmaco durante la gestazione, come ad esempio ritardi nel linguaggio. La maggior parte di questi ultimi studi sono stati condotti su bambini più grandi e hanno interrogato le donne incinte sul loro uso di paracetamolo al massimo una volta al trimestre. Nel nuovo studio, invece, i ricercatori hanno chiesto alle donne informazioni sull’uso del paracetamolo sei volte nel corso della gravidanza, all’incirca una volta ogni quattro-sei settimane, offrendo un quadro più preciso dell’entità e dei tempi delle esposizioni al farmaco. “La nostra scoperta più importante è stata che con l’aumento dell’uso di paracetamolo da parte delle partecipanti incinte, soprattutto durante il secondo trimestre, i loro bambini hanno mostrato più problemi legati all’attenzione e comportamenti di tipo ADHD, che chiamiamo ‘comportamenti esternalizzanti’, ad ogni età misurata”, spiegano i ricercatori.

Meglio evitare il farmaco per dolori minori o febbri leggere

“I tipi di comportamento segnalati dai caregiver includevano cose come il bambino che parlava a sproposito, non prestava attenzione, non stava zitto quando avrebbero dovuto farlo, non si sedeva quando avrebbero farlo ed era un po’ aggressivo con altri bambini”, dicono i ricercatori. Ma attenzione. I risultati non indicano che i bambini abbiano un disturbo da deficit di attenzione/iperattività o che verrà loro diagnosticato l’ADHD in un secondo momento. Tuttavia, i bambini sembrano avere più problemi di attenzione rispetto ai coetanei che sono stati meno esposti o non esposti al paracetamolo nel grembo materno. Questo non significa che, in caso di bisogno, si debba evitare completamente l’assunzione del farmaco. Ma di limitarla per dolori minori o febbri leggere. Secondo i ricercatori, sono necessarie ulteriori ricerche per verificare se un uso più frequente di paracetamolo durante il secondo trimestre di gravidanza possa essere particolarmente problematico per lo sviluppo del cervello.

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