Nella
preadolescenza e
adolescenza i bambini e ragazze iniziano a investire molte delle loro risorse, e soprattutto la loro attenzione, alle
relazioni tra pari:
amicizia e primi amori rivestono spesso le priorità nell'età dello sviluppo rispetto a ciò che come adulti vorremmo fosse per loro prioritario, come ad esempio lo studio, l'impegno nelle attività extrascolastiche e il
rispetto delle regole domestiche.
"L'Adhd è un disturbo che esordisce nell'età infantile e prescolare, lo possiamo osservare già a 3-4 anni di fronte a un comportamento motorio incessante del bambino e, più avanti durante la scuola primaria, di fronte alla sua scarsa capacità di sforzo mentale e di concentrazione, soprattutto in ambito scolastico ma non solo - premette Margheriti -. Già a questa età problematiche a livello emotivo sono presenti: il bambino, infatti, inizia ad accorgersi di fare le cose diversamente dagli altri. Insorge un problema di autostima che si può associare a una emotività estremizzata: il bambino può passare dall'avere momenti in cui si sente bravissimo ad altri in cui si sente fuori luogo e non apprezzato. Il bambino Adhd tende, inoltre, ad avere uno stile di attribuzione esterna agli eventi per cui quanto accade è spesso colpa di altri che non capiscono, che non comprendono".
"Questi elementi rendono difficile trovare risorse in se stessi per reagire e nell'adolescenza la dinamica è accentuata - aggiunge lo psicologo -. L'autocontrollo resta una difficoltà ma se da un lato l'iperattività diminuisce, sono le emozioni a prendere il sopravvento: i ragazzi possono diventare più oppositivi
o conflittuali nei confronti delle autorità, anche con gesti dirompenti sia con i propri genitori che con gli insegnanti. Quando viene diagnosticata l'Adhd generalmente non si aspetta l'adolescenza per intervenire, ma non sempre le famiglie sono disposte a riconoscere per tempo quando è il caso di rivolgersi a un professionista".
Adhd e affettività
"Alcuni studi dimostrano come persone adulte con Adhd cambino più frequentemente partner, è stato misurato anche un maggior tasso di divorzi: l'
affettività instabile si può manifestare attraverso
rapporti frequenti e brevi - aggiunge il Presidente Aidai -. Si può parlare di disregolazione emotiva in quanto frustrazioni, pressioni e slanci portano a sbalzi con punte di alti e basse che minano la stabilità. Nei rapporti amorosi si nota una difficoltà nella
gestione della rabbia, con eccessi che possono avere conseguenze importanti salvo poi tornare sui propri passi per chiedere scusa perché ci si accorge di aver fatto soffrire l'altro. Questo quadro non può essere generalizzato per tutti, le singole individualità possono essere anche molto diverse da questa descrizione".
"Lo studente con Adhd è spesso considerato un allievo svogliato, che non si impegna, e questo giudizio errato incide profondamente sulla personalità del ragazzo, il quale inizia a sentirsi realmente inadeguato e riluttante - commenta Margheriti -. Sarebbe auspicabile una maggiore consapevolezza ma non sempre si è in grado di intervenire tempestivamente e le carenze sul piano tecnico sanitario non aiutano: già durante l'infanzia gli interventi sono molto efficaci sulle componenti emotive dell'Adhd ma difficilmente le istituzioni sanitarie riescono nella presa in carico per il lungo periodo con punti di riferimento stabili: questi aspetti incidono sull'efficacia delle azioni terapeutiche".
"Ci sono piccoli gesti che possono dare un grande aiuto ai ragazzi Adhd - commenta Margheriti -:
- Non aspettiamo che i problemi diventino enormi prima di intervenire, osserviamo i primi segni sin nella tenera età
- Non arrabbiamoci con gli insegnanti se ci riportano situazioni di difficoltà in classe, ma consultiamo il pediatra e riportiamo quanto accade a scuola
- Non rimpallarsi la responsabilità tra genitori, la ricerca di colpevoli è deleteria e devia dal concentrarsi sul bambino
- Potrebbe esserci una famigliarità nell'Adhd, proviamo ad approfondire di situazioni pregresse nelle proprie famiglie
- Non tiriamoci fuori dagli interventi di aiuto: i genitori sono coinvolti insieme al bambino
- Accettiamo di abbassare le richieste e puntare a buon risultato soddisfacente per quanto riguarda gli impegni scolastici. Puntiamo alla gradualità del raggiungimento degli obiettivi
- Gli adolescenti hanno bisogno di ascolto e consigli, piuttosto che di troppi rimproveri. Proviamo a impostare una relazione su questo presupposto
- Diamo regole su cui possiamo mostrare anche noi coerenza, come a esempio sull'uso del cellulare in determinati momenti familiari. La coerenza crea fiducia
Non è facile e per questo le famiglie non devono avere timore di sentirsi dentro un percorso che può aiutare anche loro".