Articolo di notiziescientifiche.it – aprile 2021
Uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Oslo, che ha analizzato il comportamento di 48 bambini provenienti da cinque asili australiani, giunge ad un risultato interessante: quei bambini che passano più tempo all’aria aperta e alla luce del giorno risultano essere caratterizzati, in generale, da un carattere più calmo.
Secondo i ricercatori, esiste un collegamento tra il numero di ore che i bambini di questa età trascorrono all’aperto e alla luce del giorno ed una minore iperattività nonché livelli più elevati di concentrazione.[1]
I ricercatori hanno fatto indossare ai bambini dei braccialetti 24 ore su 24 per un periodo di 14 giorni, come spiega Vidar Sandsaunet Ulset, uno psicologo e ricercatore del Promenta Research Center dell’Università di Oslo.
Il braccialetto era dotato di due speciali sensori: il primo misurava il livello di movimento e dunque di attività fisica dei bambini mentre il secondo misurava la quantità di luce a cui lo stesso bambino era esposto. Inoltre i ricercatori hanno posto diverse domande ai genitori riguardanti il comportamento dei figli.
I dati di braccialetti mostravano che i bambini risultavano attivi, nel corso della giornata, in media per sei ore e mezza. I ricercatori scoprivano un legame tra un’esposizione più bassa alla luce del sole e i livelli di iperattività e di irrequietezza. I bambini più esposti alla luce del Sole mostravano livelli più bassi di iperattività, come spiega lo stesso Ulset.
Secondo il ricercatore probabilmente ciò, almeno in parte, è da spiegare con il fatto che il nostro corpo non si è adattato vivere in ambienti chiusi come quelli in cui trascorriamo la maggior parte della giornata oggi.
In effetti, per la stragrande maggioranza della storia umana, le persone hanno di solito passato in luoghi chiusi, dunque con un livello di illuminazione minore, solo per una piccola frazione della propria giornata e non per ore e ore, e dunque per la maggior parte della giornata, come oggi.
E questo diventa uno fattore base considerando la differenza tra l’intensità della luce che ci può essere tra la luce esterna e quella degli ambienti interni. Come spiega lo stesso ricercatore, durante una normale giornata di sole all’esterno l’illuminamento può essere di 100.000 lux mentre, nel corso della stessa giornata, la luce in un male soggiorno casalingo si aggira intorno ai 500 lux, una differenza enorme.
Di solito non la notiamo perché i nostri occhi si adattano molto bene ed in maniera molto rapida a questi cambi di illuminazione e dunque non ne ricaviamo praticamente danni fisici. Ora il ricercatore vuole capire se la luce del giorno all’aperto può influenzare il cervello così come fanno i farmaci per il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).
“Ad esempio, sarebbe interessante dotare i bambini di occhiali che bloccano i toni del blu alla luce, in modo che gli occhi siano meno esposti a ciò che appare come la luce del giorno”, spiega il ricercatore.[1]